Escursionismo: cani al guinzaglio nei parchi naturali?

I Parchi Regionali e Nazionali possono stabilire regole in merito alla fruizione dei loro sentieri. Non sempre i nostri amici a quattro zampe possono circolare liberamente nelle aree protette.
Passeggiare a sei zampe migliora la qualità della vita! Quando camminiamo con il nostro cane siamo alla ricerca del suo e del nostro benessere: sono sensazioni che vanno di pari passo.
Troviamo un piacere imparagonabile quando lo osserviamo saltellare sul prato nel tentativo di afferrare le farfalle che gli volteggiano attorno, quando si allontana da noi per seguire gli odori lasciati dagli animali selvatici, quando inspiegabilmente inizia a scavare buche nel terreno o infila il suo musetto nelle tane dei tassi o delle marmotte.
In natura in libertà! Però sempre nel rispetto delle regole. Anche se non ci troviamo in un ambiente urbano, dobbiamo essere al corrente delle norme che disciplinano la conduzione dei cani lungo i sentieri di un’area protetta.
Sia i Parchi Regionali che Nazionali determinano dei regolamenti per la loro fruizione, i nostri amici a quattro zampe non ne sono esenti, quindi anche noi dobbiamo adottare tutte quelle precauzioni atte ad evitare che il cane arrechi disturbo agli escursionisti e alla fauna locale.

Posso entrare?

Gli Enti parco di solito vietano la conduzione degli animali domestici sui sentieri se privi di guinzaglio, si può consultare i loro siti web per avere notizie certe in merito; alcuni Parchi addirittura hanno la mappa on line per verificare quali sono i percorsi consentiti ai cani. Ricordatevi che gli stessi itinerari possono essere fruibili in determinati periodi dell’anno e vietati in altri (soprattutto nel periodo estivo).
 Portiamo alcuni esempi pratici: ci sono aree protette dove non è possibile pedalare o camminare in compagnia del nostro “fedelissimo”, il Parco della Mandria a Venaria Reale è uno di questi perché dentro i suoi 35 chilometri di recinzione sono presenti cervi, daini, conigli e lepri ai quali i cani recherebbero disturbo. Inoltre, il nostro amico a quattro zampe potrebbe trasmettere o contrarre malattie infettive e parassitarie venendo a contatto con gli animali selvatici del Parco naturale.
Altre aree protette dove è imposta questa restrizione, condivisibile seppure spiacevole, sono il Parco regionale della Maremma e il Parco Nazionale dell’Asinara. 
Se condotti al guinzaglio i cani possono invece sgambettare tranquillamente nelle zone denominate B, C e D nei Parchi nazionali dei Monti Sibillini del Gran Sasso e Monti della Laga e nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
Le normative sono sempre in evoluzione, pertanto suggeriamo di andare a verificare on line i regolamenti aggiornati sui siti dei singoli parchi.
In linea generale, per andare incontro agli escursionisti che amano la natura e le esigenze di conservazione delle aree protette, nei Parchi non è consentito l’accesso con i cani nella zona A (riserva integrale), mentre nelle zone denominate B di riserva generale orientata, C e D è previsto l’obbligo del guinzaglio.
Poi ci sono anche norme specifiche per itinerari escursionistici particolari, sempre da verificare sulle pagine web specifiche dei Parchi.
Ad ogni modo, per evitare che gli escursionisti incorrano in severe sanzioni amministrative per disinformazione, sul territorio – soprattutto presso punti di ritrovo, parcheggi, aree picnic e inizio itinerari – sono sempre apposti cartelli di avviso (ad esempio, quando si sta percorrendo un sentiero del Parco, ci si accorge di essere entrati in Zona A grazie all´installazione di cartelli metallici con la dicitura Zona A – Riserva Integrale).
Nei parchi dove il pascolo è una attività affermata, evitate incontri ravvicinati con i cani pastori della zona.
Anche la presenza dei cinghiali comporta seri problemi, ad esempio, in Liguria, nel Parco Regionale di Portofino si sono già registrati episodi di cani caricati tragicamente da questi suidi, che grazie alla loro straordinarie doti di resistenza e adattabilità sono ormai diffusi ovunque, addirittura in città dove è facile vederli tra la vegetazione che lambisce torrenti e i fiumi (un esempio su tutti: Genova).
Questi animali possono avere reazioni pericolose soprattutto quando hanno i piccoli e  si sentono disturbati da cani non assicurati al guinzaglio.
Ci sono poi Parchi dove le norme restrittive per i cani sono dettate dalla altitudine e dalla stagione: nel Parco Nazionale delle Alpi Marittime e nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, nel periodo estivo l’accesso è consentito solo lungo alcuni sentieri stabiliti dal Regolamento del Parco (consultate sui loro siti le mappe dove sono evidenziate le aree fruibili con gli animali domestici); sono percorsi che si trovano sotto ad una certa quota per non recare disturbo a stambecchi e camosci e dal punto di vista sanitario per evitare la trasmissione di malattie virali.
Questo problema ad esempio si presenta sicuramente nel  Parco Naturale Regionale Sirente Velino vista la presenza di lupi e orsi sensibili a malattie infettive e parassitarie.
Tornando all’uso del guinzaglio, esistono luoghi nei Parchi naturali dove esso non è obbligatorio; ad ogni modo sarà anche il nostro buon senso a suggerirci la scelta più opportuna per noi e per il nostro amico a quattro zampe.
In fin dei conti il guinzaglio, seppure apparentemente appaia una costrizione alla sua libertà, può rappresentare anche una forma di tutela verso il cane: lui stesso potrebbe restare ferito da specie più grandi, ad esempio da un cinghiale poco incline a socializzare.
Comunque, quando nel Parco naturale è stabilita la obbligatorietà del guinzaglio, vigono le stesse regole di un Parco urbano e più in generale nei luoghi aperti al pubblico: bisogna sempre condurre il cane con un guinzaglio che non deve superare un metro e mezzo di lunghezza (se stai utilizzando il guinzaglio allungabile devi bloccarlo, anche perché in una escursione di gruppo
potrebbe far cadere accidentalmente gli altri partecipanti!) e bisogna avere una museruola a portata di mano, ops, nello zaino.

Museruola si, museruola no!

Apriamo una parentesi sulla museruola: non è obbligatoria nei luoghi aperti al pubblico (ad esempio, negozi commerciali, dove è sufficiente il guinzaglio, bisogna però averla con sé); lo è invece per i luoghi pubblici, ad esempio gli uffici e le strutture pubbliche come musei, ufficio postale, anagrafe, ecc.
In un Parco naturale il cane non è tenuto a indossare la museruola, salvo non ci sia una norma specifica stabilita dall’Ente.
In ambienti extraurbani che non rientrano nel perimetro di aree tutelate e quindi assoggettate a regolamenti propri, in base alla ordinanza Martini e all’art. 83 D.P.R. n. 320/54 che stabilisce espressamente l’obbligo del guinzaglio nelle sole aree urbane, nulla dicendo delle aree extraurbane, si deduce che nei boschi e in ambiente naturale il nostro amico a quattro zampe può sgambettare liberamente senza la costrizione del guinzaglio, purché ovviamente si rispetti sempre gli obblighi di custodia e di vigilanza.
In base al regolamento dei Parchi i nostri amici a quattro zampe non sempre possono circolare liberamente lungo i sentieri. Ci sono sentieri vietati ai cani oppure solo se condotti al guinzaglio (foto di Enrico Bottino)
Prima abbiamo nominato l’ambiente cittadino, a tal proposito  la Legge (GU n.209 del 6-9-2013) e tutti i Regolamenti Comunali, prevedono la rimozione da parte del padrone-conduttore del cane delle deiezioni del proprio animale. Nasce spontanea una domanda “E con le deiezioni come dobbiamo comportarci in un Parco naturale?”.
Non esageriamo, nessuno si aspetta che raccogliamo le deiezioni del nostro fedele amico, però il buon senso suggerisce di non abbandonarle lungo i sentieri: l’escursionista che ci segue potrebbe non gradire tale “fortuna”.
È quindi buona norma dare un calcetto alle feci del cane per spostarla a lato del sentiero: così facendo non creerà alcun disagio agli altri trekker e, anzi, lo scarabeo stercorario, con la sua sordida abitudine di nutrirsi di sterco ci sarà riconoscente visto che potrà “pasteggiare” senza il rischio di essere calpestato da qualche inconsapevole escursionista.

Io ho paura!

I cani che corrono liberi lungo i sentieri possono provocare incidenti, soprattutto nei confronti di bambini, con conseguenze spiacevoli
Noi tutti dobbiamo cercare di aiutare e cooperare con il guardia parco o con il personale di Sorveglianza… che nei propri compiti hanno anche facoltà di sanzionarci se non rispettiamo le regole.
Ricordatevi infine una ordinanza di fondamentale importanza che concerne la tutela dell’incolumità pubblica dalle aggressione dei cani emessa dal Ministero della Salute il 06 agosto 2013 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 06 settembre 2013), ossia la c.d. Ordinanza Martini che stabilisce all’art. 1 che, il proprietario del cane, sempre responsabile del suo controllo e della sua conduzione, e/o “chiunque, a qualsiasi titolo, accetti di detenere il cane non di sua proprietà”.
Riepilogando:

  • il cane può entrare sempre nei Parchi regionali e nazionali, salvo divieti particolari;
  • quando obbligatorio il guinzaglio deve avere una lunghezza di 1,50 metri, non superiore;
  • la museruola non deve essere indossata dal cane, è però obbligatorio portarla con sé;

Ultimissima nota: fate sempre attenzione al vostro amico perché in natura ci sono piante tossiche che potrebbero essere pericolose per la loro salute se ingerite.
Ecco qui un elenco parziale: agrifoglio, anturio, azalea, begonia, bosso, ciclamino, crisantemo, croton, dieffenbachia, edera, elleboro, felce, ficus, filodendro, gelsomino, giacinto, giglio, glicine, mughetto, monstera, narciso, oleandro, ortensia, papavero, primula, stella di natale, spatifillo, tulipano, vischio.

Malattie!

Ci sono Parchi che impongono norme molto restrittive perché i nostri amici a quattro zampe possono essere vettori di molte pericolose patologie per la fauna selvatica, alcune possono passare dall’animale all’uomo, altre possono essere invece trasmesse  dall’animale in natura al nostro fedelissimo.
Testo e foto di Enrico Bottino

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